Il franco coloniale o Franco CFA altro non è che una moneta introdotta in alcune ex colonie francesi. Definibile come una delle monete più comuni in Africa, è stato adottato in innumerevoli stati e al momento è utilizzato in 14 nazioni.

Il suo valore fluttua attorno a quello dell'Euro; grazie appunto  al suo legame con l'Euro, il Franco Cfa garantisce una stabilità monetaria e una conseguente credibilità internazionale agli stati che lo adottano.

Gli Stati che ne usufruiscono si dividono in due macrogruppi: UEMOA (Unione Economica e Monetaria Ovest Africana ), composta da Camerun, Ciad , Guinea Equatoriale, Gabon, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, e CEMAC (Comunità Economica e Monetaria dell'Africa centrale), composta da Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo.

Il cambio di tale moneta è garantito dalla Banca Centrale francese.

Ultimamente la natura di tale moneta è al centro di innumerevoli polemiche alimentate da alcuni esponenti politici, che più di una volta hanno ricercato un capro espiatorio cui affibbiare la responsabilità dell’arrivo dei migranti in Italia.

 Questa figura ha assunto innumerevoli forme, da ‘i poteri forti’ alle ONG’. Ed ora che solo poche ONG continuano a lavorare nel Mediterraneo, che continua comunque ad affollarsi di cadaveri, si ricerca una nuova, improbabile, causa. Stavolta l’accusa cade sul Franco CFA e sul presunto “colonialismo postumo” di cui i francesi si macchiano ai loro occhi.

La verità rivelata di talk show in talk show è che i francesi usano tale moneta come fosse un cappio al collo dei paesi africani che vi aderiscono, costringendo così i loro abitanti impoveriti ad emigrare.

Per contestare queste teorie potremmo usare molte armi, anche solo chiedere loro perché mai i francesi dovrebbero volere che arrivino più immigrati o sottolineare che tutti i paesi che utilizzano il Franco CFA potrebbero smettere di usarlo seduta stante perché l’hanno adottato liberamente e  richieste da parte africana di eliminare il Franco Cfa o di uscirne, però, al momento non sono arrivate

Ma vi è un'arma assai più efficace, cioè “la fredda precisione dei dati”: ecco a voi la nazionalità dichiarata dagli immigrati allo sbarco

Gli unici due stati dei 14 che adottano il CFA  che appaiono nel grafico sono Costa D’Avorio e Mali,  quindi solo un settimo dei paesi aderenti fanno parte della lista, mentre la maggioranza dei migranti che sbarcano sulle coste italiane proviene da paesi che no hanno nulla a che fare con l’area del CFA.

Questa è una prova sufficiente a dimostrare la totale insensatezza di queste teorie.

A cura di Delbarba Nicolò