Tempio di apollo
Il Tempio di Apollo risale al VI secolo a.C ed è il tempio dorico più antico della Sicilia. Il tempio ha subito varie trasformazioni durante le varie dominazioni. Venne dapprima trasformato in chiesa in epoca bizantina, poi in moschea, com’è possibile vedere dall’iscrizione sul muro della cella, fino a diventare nuovamente chiesa in epoca normanna. È di questo periodo la sopraelevazione dei muri della cella e la porta ogivale che costituiva l’ingresso della chiesa dedicata al Salvatore, ancora oggi visibile con la pittoresca prospettiva sul mercato di Ortigia.
Nel 1562 la chiesa venne poi trasformata nella caserma spagnola del Quartiere Vecchio alla quale si sovrappose nel XVII secolo la chiesa della Madonna delle Grazie, demolita nel secolo successivo.
Il tempio venne riportato alla luce dagli scavi diretti dall’archeologo Paolo Orsi tra il 1938 e il 1942
La struttura del tempio
Il tempio di Apollo di Siracusa rappresenta il momento di passaggio tra il tempio a struttura lignea e quello completamente lapideo. Presentava in tutto 46 colonne doriche monolitiche (6 poste in larghezza, 17 poste in lunghezza) caratterizzate da capitelli piuttosto semplici e privi di decorazioni. Lungo 58 metri e largo circa 25, il tempio era orientato ad est, verso la madrepatria come tutti i templi greci di Siracusa e delle colonie siciliane. Gli antichi Greci usavano dedicare lo stilobate ad una divinità e il resto del tempio ad un’altra, per questo motivo al culto del dio Apollo viene associato quello della dea Artemide. La parte superiore del tempio era rivestita di terracotta policroma e alcuni frammenti dell’acroterio centrale in pietra.
Sul gradino più alto del lato orientale, in un’iscrizione incisa sulla pietra viene ricordato il nome dell’architetto, circostanza molto rara nel mondo greco, a indicare che già i contemporanei erano consapevoli dell’eccezionalità dell’opera. Inoltre nessun altro tempio greco riporta firme o dediche, divenendo tale iscrizione un ‘unicum’ nella sua tipologia.